Il Poliziano, Il Magnifico, lirici del quattrocento |
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alcun amanti Amor Apollo aprica Aristeo Arno avea Bacco ballata begli occhi bella bellezza bianca bosco caccia cagion canto canzone Carducci Cerbero ch'è ch'io Chè chiama ciascun ciel Clizia contento convien Corinto credo crin crudel cuore d'amore Dafni Dante dice diletto disio dolce stil novo dolcezza dolore donna DRIADE drieto dura Euridice fera figlio fior fiume Flegetonte foco foglie fronde fugge Ganimede gentil Giostra Giove gran Iulio l'alma l'altro l'erba l'onde l'Orfeo lasso latino laudi Lauro lieto Lorenzo Luigi Pulci Magnifico mente mille mondo monte Mopso morte mostra Nencia ninfa Ombrone Orfeo Ovidio parole Pasitea pastore Peneo pensier Petrarca petto piangendo pianto piè pietà PLUTONE poesia poeta Poliziano Proserpina rima s'io sanza sasso selve sente sì dolce soave sonetto sonno sospiri spirto stella Sterope terra tristo uccelli vede veggo vento verde versi vuol XXVII XXXII XXXVI zampogna
Popular passages
Page 29 - L'acqua da viva pomice zampilla, che con suo arco il bel monte sospende; e, per fiorito solco indi tranquilla pingendo ogni sua orma, al fonte scende: dalle cui labra un grato umor distilla, che '1 premio di lor ombre alii arbor rende; ciascun si pasce a mensa non avara, e par che l'un dell'altro cresca a gara.
Page 14 - Era già drieto alla sua disianza gran tratto da' compagni allontanato ; né pur d'un passo ancor la preda avanza, e già tutto il destrier sente affannato : ma pur seguendo sua vana speranza, pervenne in un fiorito e verde prato. Ivi sotto un vel candido gli apparve lieta una ninfa; e via la fera sparve.
Page 226 - L'altra mattina in un mio piccolo orto andavo, e '1 sol surgente co" sua rai apparia già, non ch'io '1 vedessi scorto. Sonvi piantati drento alcun rosai, a" quai rivolsi le mia vaghe ciglie, per quel che visto non avevo mai. Eranvi rose candide e vermiglie: alcuna a foglia a foglia al sol si spiega; stretta prima, poi par s'apra e scompiglie; altra più giovanotta si dislega a pena dalla boccia; eravi ancora chi le sue chiuse foglie all'aer niega; altra, cadendo, a pie il terreno infiora.
Page 98 - ... e scontento: così or sono in vita ed ora ucciso siccome veggio in voi far mutamento, e in questi duo contrari è dubbio il core qual maggior sia o '1 piacere o '1 dolore.
Page 56 - O felice colui che lei non cura e che a' suoi gravi assalti non si arrende, ma come scoglio che incontro al mar dura, o torre che da Borea si difende, suo' colpi aspetta con fronte sicura, e sta sempre provisto a sua vicende!
Page 7 - Or delle pecorelle il rozo mastro si vede alla sua torma aprir la sbarra; poi, quando muove lor con suo vincastro, dolce è a notar come a ciascuna garra. Or si vede il villan domar col rastro le dure zolle, or maneggiar la marra; or la contadinella scinta e scalza star coll'oche a filar sotto una balza.
Page 36 - E dentro nata in atti vaghi e lieti Una donzella non con uman volto, Da' zefiri lascivi spinta a proda Gir sopra un nicchio; e par che '1 ciel ne goda.
Page 325 - Quando talora un poco il di dormia, e tu, destar volendo il Paradiso*, pian piano andavi, che non ti sentia, e poi ponevi il viso al santo viso; poi gli dicevi con materno riso: « Non dormir più, che ti sarebbe rio ». Oh quante volte, essendo co...
Page 13 - La imagin d'una cervia altera e bella, Con alta fronte, con corna ramose, Candida tutta, leggiadretta e snella. E come tra le fere paventose Al giovan cacciator si offerse quella, Lieto spronò il destrier per lei seguire, Pensando in brieve darle agro martire...
Page 167 - Belle, fresche e purpuree viole Che quella candidissima man colse, Qual pioggia o qual puro aer produr volse Tanto più vaghi fior che far non suole? Qual rugiada, qual terra, ovver qual sole Tante vaghe bellezze in voi raccolse? Onde il soave odor natura tolse O il ciel ch' a tanto ben degnar ne vuole? Care mie violette ; quella mano Che v...