Opere del signor abate Pietro Metastasio..: Achille in Sciro ; Ciro riconosciuto ; Temistocle ; Il Palladio conservato ; Il Parnaso accusato, e difeso ; Astrea placata ; Sonetti ; Canzonette

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Presso la Vedova Herissant, nella Via Nuova di Nosta-Donna, alla Croce d'oro., 1780 - Italian drama
 

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Page 435 - Sento da' lacci suoi Sento che l'alma è sciolta; Non sogno questa volta, Non sogno libertà. Mancò l'antico ardore E son tranquillo a segno Che in me non trova sdegno Per mascherarsi Amor. Non cangio più colore, Quando il tuo nome ascolto, Quando ti miro in volto Più non mi batte il cor. Sogno, ma te non miro Sempre ne' sogni miei: Mi desto, e tu non sei II primo mio pensier.
Page 437 - Spezzar m'intese il core, Mi parve di morir. Ma, per uscir di guai, Per non vedersi oppresso, Per racquistar se stesso.
Page 405 - Tutto è menzogna, e delirando io vivo! Sogno della mia vita è il corso intero. Deh tu, Signor, quando a destarmi arrivo, Fa ch'io trovi riposo in sen del Vero!
Page 436 - Senza bramarti mai; Son teco e non mi fai Nè pena, nè piacer. Di tua beltà ragiono, Nè intenerir mi sento ; I torti miei rammento, E non mi so sdegnar. Confuso più non sono Quando mi vieni appresso; Col mio rivale istesso Posso di te parlar. Volgimi il guardo altero, Parlami in volto umano ; II tuo...
Page 432 - Per timor di nuovi affanni Non lasciamo di gioir; Che raddoppia i suoi tormenti Chi con occhio mal sicuro Fra la nebbia del futuro Va gli eventi a prevenir. Me non sdegni il biondo dio, Me con Fille unisca Amore; E poi, sfoghi il suo rigore Fato rio, nemico ciel: Che il desio non mi tormenta 0 di fasto o di ricchezza; Né d'incomoda vecchiezza Mi spaventa il pigro gel.
Page 303 - Reo son io; convien ch' io mora, Se la fede error s' appella ; Ma per colpa così bella Son superbo di morir.1 SCENA IX.
Page 445 - Le amene piagge, o Nice, Dove vivea felice, Quando vivea con te. A me saran tormento Cento memorie e cento ; E tu, chi sa, se mai Ti sovverrai di me ! Ecco, dirò, quel fonte Dove avvampò di sdegno, Ma poi di pace in pegno La bella man mi diè ; Qui si vivea di speme, Là si languiva insieme : E tu, chi sa, se mai Ti sovverrai di me! Quanti vedrai giungendo Al nuovo tuo soggiorno, Quanti venirti intorno A offrirti amore, e...
Page 436 - Quei labbri in me non hanno; Quegli occhi più non sanno La via di questo cor. Quel che or m'alletta o spiace, Se lieto o mesto or sono, Già non è più tuo dono, Già colpa tua non è: Che senza te mi piace La selva, il colle, il prato; Ogni soggiorno ingrato M'annoia ancor con te.
Page 438 - Io lascio un'incostante: Tu perdi un cor sincero; Non so di noi primiero Chi s'abbia a consolar. So che un si fido amante Non troverà più Nice; Che un'altra ingannatrice È facile a trovar. PALINODIA A NICE Scritta in Vienna l'anno 1746'.
Page 428 - La stagion de' fiori amica, Cinta il crin di bionda spica Volge a noi L'Estate il pie : E già sotto al raggio ardente Così bollono le arene, Che alla barbara Cirene Più cocente II sol non è. Più non hanno i primi albori Le lor gelide rugiade; Più dal ciel pioggia non cade, Che ristori E l'erbe ei fior.

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